2015 10 11 stage Yamanouchi

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Comunicato stampa di domenica 11 ottobre 2015

 

Svoltosi nei giorni scorsi al Banchéro, “Il corpo racconta le storie” con Gabriele Parrillo

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Stage con Yamanouchi, allievi incantati

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Barberis: “Un’incredibile occasione per avere una nuova visione di come fare teatro”

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Il Maestro giapponese Hal Yamanouchi, coreografo e regista, settantenne flessuoso come un ventenne, ha letteralmente incantato gli allievi dello stage di recitazione del Teatro del Banchéro, svoltosi nei giorni scorsi. Yamanouchi ha raccontato nei tratti e nei movimenti tutta la sua esperienza di vita, dagli anni in Giappone dov’è nato e si è laureato per poi venire a studiare in Italia, poi una parentesi londinese prima di tornare nel Bel Paese, centro di gravità dal quale han preso il via i suoi impegni internazionali. Nello stage “Il corpo racconta le storie” tenuto con Gabriele Parrillo, attore e regista, suo amico da trent’anni ed ex allievo alla Silvio d’Amico di Roma, è emerso in pieno il suo approccio all’arte della scena, che sia danza o teatro, una contaminazione eccezionale di culture. “Per noi – ha commentato il Presidente del Banchéro Marco Barberisun’incredibile occasione per avere una nuova visione di come fare teatro. Il Maestro è appena tornato dal Giappone, ed è volato da noi reduce da due giorni di riprese a Roma per una fiction, Squadra Mobile”.

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Ha suscitato profondo rispetto questo signore orientale, danzatore, coreografo, attore, doppiatore e regista. Il suo viso e la sua voce sono noti perché Yamanouchi ha lavorato ovunque, da Hollywood, l’ultimo film è stato Wolverine l’Immortale, alle pellicole anni settanta con Celentano. Questa estate ha dovuto rinunciare a partecipare alle riprese dell’ultimo 007 per impegni con la Royal Albert Hall a Londra.

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Nel corso dello stage il Maestro Yamanouchi ha spiegato il suo approccio: “A mio parere, per compensare la tendenza di divagare eccessivamente con giocosità e con bellezza, gli attori devono spendere notevole quantità di tempo per riflettere, esaminare, analizzare, discutere ed indagare. Nel mio workshop incoraggio attori, della scena e della vita, a giocare e godersi con serietà e coraggio, ma contemporaneamente li sollecito a pensare, a studiare sul tema “Che cosa è la vera salute psico-fisica per gli essere umani? Qual è la nostra vera identità: personaggi? persona? la consapevolezza osservatrice? Come possiamo trascendere i drammi, le emozioni, i desideri e l’ego? Come la nostra mente riesce a modificare il nostro corpo, e come il nostro corpo determina la struttura con la quale noi comprendiamo il mondo?”.

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Alla fine del laboratorio, gli allievi sono usciti con fatica dalla dimensione profonda in cui il Maestro giapponese li aveva calati, con parole cariche di emozione, qualche lacrima e un grande abbraccio finale.