recensione – quello che non sei – caridi

Simone Caridi

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Il viaggio, il cammino, il pellegrinaggio la ricerca di se, quell’io che troppo spesso viene assopito dalla frenesia di una società che ci estrania da noi stessi in un onirico mondo di perfezione, di programmazione, di finta sicurezza, finché qualcosa sconvolge questa bolla protettiva e ci fa scoprire quanto mai siano fragili le nostre certezze. Questo capita ad Alex Luthi 46 enne banchiere svizzero, un uomo di successo, sicuro della propria vita, almeno all’apparenza, ma alla morte della madre scopre di essere stato adottato, di venire da una famiglia di zingari, un mondo così lontano da quello dell’alta società finanziaria dove vive. Mondi che camminano su sentieri paralleli che non si incontreranno mai, ma per un gioco del destino si incontrano in lui distruggendo tutte le sue certezze e inducendolo in un viaggio in camper tra Sardegna, Liguria, Costa Azzurra fino a Saint Marie de La Mer alla ricerca di se’, un momento di pausa dalla vita alla ricerca della Vita; il tutto scandito dall’incontro con vari personaggi così diversi su mondi ancora paralleli, ma con un punto di giunzione, ancora Alex, che convergeranno a Saint Marie de La Mer senza un incontro fisico, ma solo spirituale. Un libro interessante, a tratti molto profondo, ma senza risultare pesante, fa riflettere, ma strappando spesso un sorriso, dato da un ritmo che va via via accelerando verso l’epilogo mantenendoti attaccato alla pagina. Attuale nel parlare del viaggio come ricerca di sé che attira, oggi più di ieri, sempre più persone, sulla questione dei rom e sull’aprirsi allo sconosciuto in un mondo sempre più diffidente. Nonostante sia un lavoro collettivo risulta molto uniforme, se ne percepisce solo le sfumature di questa “collaborazione intellettuale”, che non fa che arricchire questo mondo, il quale mi ha piacevolmente colpito e trasportato andando a toccare luoghi e temi a me molto cari soprattutto in questo mio momento personale.