recensione – quello che non sei – rubino

Matteo Rubino

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Ho comprato il libro per caso, un passa parola. E’ stata una lettura amabile e scorrevole.
Trovo interessante la storia dell’adozione e la ricerca della madre naturale che Alex trova negli occhi di una giovane mamma zingara. Il primo battesimo.
Riuscita anche la ricerca di se stessi e/o una via di fuga in tutti i personaggi che siano preadolescenti, adolescenti, adulti o anziani, uomini o donne.

Molto ben scritto e commovente Giovanni, la sua storia, il rapporto con la moglie, la malattia e la senilità (senza i toni in alcuni punti forti e drammatici di Pietro e Luciana). Anche il suo incontro con Alex nel negozio, i dialoghi erranti tra realtà e gioco. Complimenti!
Inquietante Nina: animale, istintiva, umana. Come Alex quando ne sente la presenza e come il piccolo Jerard.
Luciana e Alex: ho apprezzato che non abbiano “consumato”.
La gita di Matteo, anche quella scritta bene con gli accenti giusti sulla sua insofferenza
Qualche aggancio fra i personaggi meno riuscito tipo Alex-Michele, un dialogo confidenziale a mio avviso forzato. Ma lo stesso Michele è quello che ho apprezzato meno, insieme a Marcel, eroe/personaggio cinematografico e Andrea rigidamente costruita.

L’incontro non incontro a Les S. Marie de la Mere, bella invenzione: tutti uniti e nello stesso tempo ognuno al proprio destino.I luoghi ben descritti, con una dose di magia.

Musica forse da vendere, ma quasi tutto il libro potrebbe essere il testo di una canzone d’autore.

La farfalla dell’epilogo una vera chicca!

Si sente a tratti qualcosa di slegato, forse è solo perché i personaggi sono tanti, seguirli, riagganciarli e capirli. Alla fine del libro li ho ritrovati.

Su cinque stelle di gradimento ne metto quattro e mezzo! Complimenti a tutti!

Matteo Rubino.